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Rituali collettivi

I rituali collettivi continuativi

si ripetono ogni giorno,

con insistenza,

come un mantra,

una preghiera,

un’ossessione.

Sono rituali collettivi,

che ci uniscono,

ma ci separano,

da noi stessi,

dal mondo.

Ci danno sicurezza,

ma ci limitano,

ci impediscono di crescere,

di evolvere,

di cambiare.

Sono inutili,

inumani,

dannosi.

Dobbiamo liberarcene,

per essere liberi,

per essere noi stessi.

Spiegazione

Questa poesia spiega l’inutilità dei rituali continuativi.

Questi rituali, che possono essere religiosi, sociali o culturali, sono spesso ripetuti in modo meccanico e senza senso.

Essi ci danno una falsa sensazione di sicurezza e appartenenza, ma in realtà ci limitano e ci impediscono di crescere e di evolvere.

La poesia utilizza un linguaggio semplice e diretto per trasmettere il suo messaggio.

Il ritmo è regolare e scandito, per sottolineare la monotonia e la ripetitività dei rituali.

I versi sono brevi e concisi, per rendere il testo facilmente comprensibile.

La poesia si conclude con un appello alla libertà e all’autonomia.

L’autore invita i lettori a liberarsi dai questi rituali continuativi, per essere finalmente liberi di essere se stessi.